Intervista a Giovanni Gelmetti, ideatore della Giax Tower, su violenza collettiva e perversioni sociali

Il rinomato imprenditore immobiliare Giovanni Gelmetti ideatore della Giax Tower, uno dei più innovativi grattacieli di Milano, parla di due argomenti di forte attualità per l’Italia e per il Mondo in generale: violenza collettiva e perversioni sociali.

 

D- E’ informato dell’intervista rilasciata da Lapo Elkann sugli abusi sessuali subiti in gioventù? Cosa ne pensa di questa confessione così spinosa verso l’opinione pubblica?

R- Si, l’ho letto su internet e mi dispiace per ciò che gli è successo. Trovo sia stato molto intelligente e coraggioso a portare la testimonianza di una sua esperienza così forte e negativa, che ha caratterizzato la sua vita.

 

D- Ritiene che in qualche modo la crisi economica globale abbia acutizzato i problemi di disagio psichico e comportamentale di tipo violento?

R- Credo di si, perché sono convinto che le crisi in generale portano tutto all’eccesso, dunque anche gli stati d’animo, le emozioni, le azioni e le reazioni di ognuno di noi.

 

D- Il fenomeno dilagante del bullismo è un segnale di predisposizione alla violenza collettiva fin da giovani?

R- Credo sia un problema che ci sia sempre stato. Probabilmente tutto parte da delle fragilità caratteriali di singoli che si aggregano in compagnie, in “branchi”.

 

D- La carente educazione ai valori portanti e i messaggi mediatici distorti possono creare dei potenziali modelli violenti e pericolosi da emulare?

R- Certamente, sono convinto di ciò.

 

D- Quali possono essere le misure di efficace prevenzione per combattere violenza e perversioni sociali?

R- Secondo la mia opinione è fondamentale che ogni essere umano riesca ad appassionarsi a qualche cosa, che sia uno sport o una vocazione, che non ha niente a che fare con il successo. È una ricetta importantissima, il fatto che ognuno riesca a fare ciò che gli piace veramente. Dovrebbe essere insegnato e coltivato già dai primi anni, quando i bambini, intorno ai 4/5 anni, iniziano ad andare all’asilo e poi a scuola.

 

D- Cosa pensa del programma anti violenza a New York di Rudolf Giuliani? Potrebbe essere adatto anche in Italia come programma risolutivo?

R- Il programma di Rudolf Giuliani a New York, è stato applicato in un contesto di regole che qua in Italia non ci sono. Se ci fossero le stesse regole e le stesse leggi, un altro Rudolf Giuliani del Bel Paese, potrebbe ottenere gli stessi risultati, in quanto il programma è una medicina che da gli stessi risultati, solo se coesistono le stesse regole e le stesse caratteristiche.

 

D- Il nuovo modello di disciplina comportamentale degli hooligan inglesi può essere un esempio di rieducazione sociale ben mirata?

R- Da quando è accaduta la famosa strage dell’Heysel durante un’importantissima partita della Coppa UEFA, tra Juventus e Liverpool, dove l’atto di violenza degli hooligan ha causato numerosissimi morti e feriti, di sicuro l’Inghilterra ha iniziato ad applicare una delle loro grandi capacità: educare. Hanno dovuto e potuto attuare questo tipo di programma di rieducazione che, come dicevo anche prima, è un ottimo esempio, ma che funziona solo con le loro leggi, le loro regole e nel loro contesto.

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