BodyConcepts & Meccanica del Corpo

Per avvicinarsi ad un lavoro (molto) differente, ma estremamente utile, bisogna cominciare a guardare/valutare il corpo secondo altri canoni. I principi sulla forza ci aiutano ad intravedere questa visione, ma è più facile non rispettarli e portare avanti un lavoro più semplice e conosciuto (vedi fitness). Affinacando i principi della forza al concetto di Tensegrità è forse più facile capire come applicare i principi della forza (e come usare la forza dell’avversario a nostro favore). In caso contrario sarà anche pressochè impossibileadattare liberamente il corpo al movimento dell’avversario: si tornerà quindi al solito schema “parata e contrattacco”.

Dobbiamo tornare a comprendere meglio il concetto di Tensegrità:

Il termine inglese “Tensegrity”, coniato nel 1955 dall’architetto Richard Buckminster-Fuller, deriva dalla combinazione delle parole “tensile” ed “integrity”. Esso caratterizza la capacità di un sistema di stabilizzarsi meccanicamente tramite forze di tensione e di decompressione che si ripartiscono e si equilibrano fra loro. Compressioni e trazioni si equilibrano all’interno di un sistema vettoriale chiuso.

Come può un principio “architettonico” rispecchiare/spiegarci la meccanica del corpo? Questa visione, in realtà, descrive in maniera molto chiara come realmente il nostro corpo si comporta. La visione “tradizionale” vede il il sistema scheletrico come una serie di mattoni appoggiarti uno sopra l’altro, il tutto è tenuto insieme dal ‘apparato muscolare (il quale deve essere “forte” per tenere insieme il corpo).

Adattando il principio di Tensegrità al corpo umano la visione dello stesso cambia radicalmente. Le strutture di tensegrità si ripartiscono in due categorie:

1) costituite da barre rigide assemblate in triangoli, in pentagoni o in esagoni (Ossa)
2) costituite da barre rigide e cavi flessibili. I cavi costituiscono una configurazione continua che comprime le barre disposte in maniera discontinua in seno ad essa. Le barre, a loro volta, spingono verso l’esterno i cavi (Muscoli e Tendini)

In questo caso il concetto è ribaltato: l’apparato scheletrico è mantenuto in equilibrio dai muscoli e tendini. Senza muscoli e tendini questo insieme di ossa cadrebbe inerme al suolo (a causa della continua spinta verso il basso della forza di gravità).

Quali sono i vantaggi di questo modo di vedere il corpo?

– la resistenza dell’insieme supera di molto la somma delle resistenze dei singoli componenti;
– la leggerezza: a parità di capacità resistenza meccanica; una struttura di tensegrità presenta un peso ridotto della metà rispetto a una struttura a compressione;
– la flessibilità del sistema è simile a quella di un sistema pneumatico. Ciò consente una grande capacità di adattamento reversibile ai cambiamenti di forma in equilibrio dinamico. Inoltre, l’effetto di una deformazione locale, determinata da una forza esterna, viene modulato da tutta la struttura minimizzandone in tal modo l’effetto.
– l’interconnessione meccanica e funzionale di tutti gli elementi costitutivi consente una continua comunicazione bidirezionale al pari di un vero e proprio network.

In BC abbiamo differenti esercizi specifico per insegnare al copro ad adattarsi.  Molto spesso negli esercizi in coppia si “gioca” non tanto per imparare ad adattarsi, piuttosto per (sperare di) imparare a “combattere”. Purtroppo non c’è nulla di più sbagliato a riguardo, essendo un gioco/esercizio non ha alcun senso fare a gara per chi “entra di più” o chi è più veloce etc…
Quindi tutti (o quasi) giocano e cercano di sviluppare tanta “pressione” (che poi senza un lavoro mirato si traduce semplicemente in una “spinta” ); chi riceve pressione deve “resistere” finche la pressione dell’avversario non supera la sua per poi cedere ed applicare la tecniche.

Questa è una concezione che porta a “truccare” la realtà, perchè ci si convince di fare una qualcosa di reale e a contatto pieno. Al contrario si stanno solo rafforzando istinti (vedi le reazioni base dettate dal Cervello Rettile) inutile al nostro scopo: Adattarsi.

Quello che noi facciamo, lavorando mediante un concetto di Tensegrità, è di mantenere sempre un equilibrio (capacità di stabilizzarsi meccanicamente tramite forze di tensione e di decompressione che si ripartiscono e si equilibrano fra loro). Dobbiamo imparare a “stabilizzarci” su “una” forza immediatamente, non aspettare che la forza superi la nostra per poterlo fare. Quindi in tutti gli esercizi la chiave per il successo e un corretto apprendimento è lavorare (apparentemente) SENZA pressioni.

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