Lo specialista della chirurgia estetica Dott. Bruno Bassetto spiega la mastoplastica additiva in una breve intervista

Inizia il fatidico periodo della “prova costume”, momento in cui tutte le insicurezze vengono a galla. Oltre al voler eliminare il grasso in eccesso e voler essere più tonici ed in forma, le donne si preoccupano del loro “lato A” che dovranno esibire durante le loro vacanze in spiaggia. Il rinomato Dott. Bruno Bassetto, specialista in chirurgia estetica e plastica, è stato contattato per una breve intervista sui ritocchi al seno, in vista dell’estate.

1- Dott. Bassetto, è vero che la mastoplastica additiva è uno degli interventi più richiesti in questo periodo?

Esattamente. Assieme alla liposuzione, questo intervento è uno dei più in voga tra le donne. Il seno riveste una rilevanza particolare, perché al lato estetico si associa quello intimamente legato alla femminilità. La donna che si sottopone all’intervento al seno lo fa esclusivamente per sé, per trovare o ritrovare quel senso di benessere e sicurezza che solo una certa forma e dimensione del seno procura.

2- E’ un’operazione molto invasiva? Si vedranno le cicatrici?

Con il nuovo metodo che ho perfezionato presso la Inamed Academy di Stoccolma, la mastoplastica diventa un intervento mini invasivo, con cicatrici sempre più piccole. Non vengono più messi i drenaggi e non ci sono punti di sutura esterni. Il volume, il tipo di protesi e la posizione, vengono calcolati con estrema precisione e i risultati sono ottimali, con minori disagi per la paziente.

3- Dopo l’intervento, si incorre in qualche disagio per quanto riguarda l’esposizione al sole?

Ovviamente bisognerà attendere circa 6 settimane prima di poter esporre il seno al sole, ma decorso qual periodo non ci saranno più problemi. Perciò direi che questo è il momento giusto per programmare un’operazione del genere!

4- E le pazienti sono soddisfatte del risultato?

I risultati sono ottimi e appaganti per la paziente, tanto da far dimenticare i piccoli fastidi del post-operatorio. Alla domanda: “lo rifarebbe?” tutte le pazienti hanno risposto in modo affermativo.

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